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Francesco Pullè Il nostro esercito e la nazione discorso del 16 dicembre 1915 Tip. del Senato

20,00

Da digilanderlibero.it: “Ancor prima di prendere parte attivamente alla guerra, F.L. Pullè non celò le sue accese idee interventiste.. il 16/12/’15 tenne un discorso in Senato intitolato -Il nostro Esercito e la Nazione-, in risposta alle Comunicazioni del Governo.
Nel testo Pullè metteva in luce le maggiori difficoltà della nostra posizione rispetto alle frontiere delle altre Nazioni e come il balzo in avanti, compiuto dallo slancio delle nostre truppe, avesse salvato l’Italia dal flagello dell’invasione. “Già dopo le prove dei nostri attacchi del giugno-luglio, le ridotte austriache non risuonavano più nella notte, delle risate ironiche degli insulti e delle parodie delle nostre canzoni accompagnate dal mandolino e dall’organetto”.
Quegli italiani, di cui Radetzki millantava di aver veduto sempre le terga, divennero i valorosi soldati che incalzavano le imperiali truppe arretranti. F.L. Pullè continuava descrivendo due toccanti episodi di eroismo, riconosciuti come tali in primis dagli stessi austriaci e aggiungeva: “Io ho professato sempre una gran fede nel valore dell’uomo italiano, nella virtù del popolo, ricercato e studiato con amore nella sua varia e ricca psicologia. E per questo, per intima convinzione, politicamente mi sono trovato dalla sua parte. Ma io stesso sono rimasto sorpreso delle qualità nuove e insospettate nel contadino e nell’operaio improvvisati soldati”. Nel suo discorso esaltava la truppa: “il fantaccino” che aveva la visione della grande linea di battaglia, nei campi aperti, sotto la luce del cielo e che ora si trovava invece in una oscura e fangosa trincea, in oscuri camminamenti con la morte che lo colpiva ogni volta che alzava il capo fuor dalla terra. Tale dedizione, rimarcava Pullè, era dovuta a tutta la resistenza provata, ai disagi e alle pene dell’emigrazione supportate grazie alla genialità e alla facoltà di adattamento dello spirito italiano”

copertina morbida editoriale in discrete condizioni con una piega longitudinale su tutto l’opuscolo, ex-libris con numero di catalogazione al frontespizio, alcune sporcizie e aloni ai piatti, interno in discreto stato, lieve brunitura al margine esterno delle pagine, a pagina 7 segno a matita rossa, vedere immagini, numero pagine 19 dimensioni cm 21,8 x 14,5

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Descrizione

Da digilanderlibero.it: “Ancor prima di prendere parte attivamente alla guerra, F.L. Pullè non celò le sue accese idee interventiste.. il 16/12/’15 tenne un discorso in Senato intitolato -Il nostro Esercito e la Nazione-, in risposta alle Comunicazioni del Governo.
Nel testo Pullè metteva in luce le maggiori difficoltà della nostra posizione rispetto alle frontiere delle altre Nazioni e come il balzo in avanti, compiuto dallo slancio delle nostre truppe, avesse salvato l’Italia dal flagello dell’invasione. “Già dopo le prove dei nostri attacchi del giugno-luglio, le ridotte austriache non risuonavano più nella notte, delle risate ironiche degli insulti e delle parodie delle nostre canzoni accompagnate dal mandolino e dall’organetto”.
Quegli italiani, di cui Radetzki millantava di aver veduto sempre le terga, divennero i valorosi soldati che incalzavano le imperiali truppe arretranti. F.L. Pullè continuava descrivendo due toccanti episodi di eroismo, riconosciuti come tali in primis dagli stessi austriaci e aggiungeva: “Io ho professato sempre una gran fede nel valore dell’uomo italiano, nella virtù del popolo, ricercato e studiato con amore nella sua varia e ricca psicologia. E per questo, per intima convinzione, politicamente mi sono trovato dalla sua parte. Ma io stesso sono rimasto sorpreso delle qualità nuove e insospettate nel contadino e nell’operaio improvvisati soldati”. Nel suo discorso esaltava la truppa: “il fantaccino” che aveva la visione della grande linea di battaglia, nei campi aperti, sotto la luce del cielo e che ora si trovava invece in una oscura e fangosa trincea, in oscuri camminamenti con la morte che lo colpiva ogni volta che alzava il capo fuor dalla terra. Tale dedizione, rimarcava Pullè, era dovuta a tutta la resistenza provata, ai disagi e alle pene dell’emigrazione supportate grazie alla genialità e alla facoltà di adattamento dello spirito italiano”

copertina morbida editoriale in discrete condizioni con una piega longitudinale su tutto l’opuscolo, ex-libris con numero di catalogazione al frontespizio, alcune sporcizie e aloni ai piatti, interno in discreto stato, lieve brunitura al margine esterno delle pagine, a pagina 7 segno a matita rossa, vedere immagini, numero pagine 19 dimensioni cm 21,8 x 14,5

Autore Senatore Francesco Pullè

Casa Editrice Tip. Del Senato

Edizione

1915

Buone condizioni