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Progetto del macello pubblico di Milano a Piazza Sant’Agostino 1861 arch. Bardelli

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Progetto del macello pubblico di Milano a Piazza Sant’Agostino, demolito nel 1934 febbraio 1861 architetto Enrico Bardelli
Una grande tavola di cm 49 x 72 con il prospetto della facciata del macello, la planimetria della piazza con le strade adiacenti.
Uno stralcio tratto dal Giornale dell’Ingegnere Architetto Ed Agronomo di 5 facciate con la descrizione del progetto
“Il macello pubblico di Milano-si leggeva-è uno dei fiori all’occhiello delle politiche di modernizzazione tecnica degli anni successivi all’Unità, anche perché si tratta del primo stabilimento di questo tipo istituito nella città: fino al 1860, la macellazione si compie ancora nelle botteghe dei commercianti, e solo la costruzione del macello comunale permette di espellere questa attività dal tessuto urbano e di concentrarla in un unico impianto”.
Costruito fra il 1861 al 1863 da una società privata in cambio della concessione dell’impianto per 41 anni, in regime di monopolio, il macello Milanese era insomma i suoi tempi un innovazione radicale e una conquista in termini di igiene e di salute pubblica.
Il macello pubblico lavorava a ritmi forsennati per garantire un costante approvvigionamento di carne milanesi un numero del 1910 del settimanale “Letture Della Domenica” tratta diffusamente l’argomento: ogni anno si macellano circa 150 mila buoi;, 70 mila vitelli, 30.000 vacche, 2.500 tori e 7.000 cavalli.
Fu demolito nel 1934 per far posto due palazzi di architettura fascista ancora oggi esistenti.

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Descrizione

Progetto del macello pubblico di Milano a Piazza Sant’Agostino, demolito nel 1934 febbraio 1861 architetto Enrico Bardelli
Una grande tavola di cm 49 x 72 con il prospetto della facciata del macello, la planimetria della piazza con le strade adiacenti.
Uno stralcio tratto dal Giornale dell’Ingegnere Architetto Ed Agronomo di 5 facciate con la descrizione del progetto
“Il macello pubblico di Milano-si leggeva-è uno dei fiori all’occhiello delle politiche di modernizzazione tecnica degli anni successivi all’Unità, anche perché si tratta del primo stabilimento di questo tipo istituito nella città: fino al 1860, la macellazione si compie ancora nelle botteghe dei commercianti, e solo la costruzione del macello comunale permette di espellere questa attività dal tessuto urbano e di concentrarla in un unico impianto”.
Costruito fra il 1861 al 1863 da una società privata in cambio della concessione dell’impianto per 41 anni, in regime di monopolio, il macello Milanese era insomma i suoi tempi un innovazione radicale e una conquista in termini di igiene e di salute pubblica.
Il macello pubblico lavorava a ritmi forsennati per garantire un costante approvvigionamento di carne milanesi un numero del 1910 del settimanale “Letture Della Domenica” tratta diffusamente l’argomento: ogni anno si macellano circa 150 mila buoi;, 70 mila vitelli, 30.000 vacche, 2.500 tori e 7.000 cavalli.
Fu demolito nel 1934 per far posto due palazzi di architettura fascista ancora oggi esistenti.

Autore arch. Bardelli

Casa Editrice Giornale dell’Ingegnere Archiettto e Agronomo

Edizione

1861

Buone

 

Informazioni aggiuntive

Peso 1 kg